CHIESE DI VASTO

Chiesa della Madonna di Pennaluce

Graziosa chiesa (1500), nei pressi del faro di Punta Penna, dal nome di un borgo medioevale dalla effimera esistenza. Edificata dal Marchese D'Avalos nel 1500, è stata completamente rifatta, nello stile attuale (facciata nuova con porticato), nel 1889 dall'architetto vastese Francesco Benedetti (1838 - 1912).Vi si venera la statua della Madonna miracolosamente salvata da un incendio dei Turchi.Si narra che la statua della Madonna della Penna,dopo essere stata trafugata dai pirati turchi,fu ritrovata nel medesimo posto dove fu sottratta,mentre la nave dei pirati affondo.




Chiesa di Sant'Anna

La Chiesa di Sant'Anna si trova racchiusa dall'ampia, duplice scalinata curvilinea di accesso alla parte superiore dell'edificio. La semplice facciata è ingentilita da questa invenzione, quasi baroccheggiante, che fa da ala e da portico alla chiesa, quasi a voler significare le due braccia aperte per accogliere i fedeli. Il portale in pietra reca la data 1585 incisa sull'architrave. Nell'interno, sulla destra è un'iscrizione che ricorda come nel 1702 il vescovo di Termoli consacrò la Chiesa e l'altare. Sul portale d'ingresso si trovava una lunetta lignea raffigurante S. Gioacchino, S. Anna e Maria bambina ora in sacrestia. Sull'altare il dipinto del vastese Filandro Lattanzio (1908 - 1986), S. Anna e la sua famiglia a protezione della maternità (1984); ai lati dell'altare due dipinti: l'Incoronazione di Maria, di età barocca, e la Deposizione di Nostro Signore, opera del XVIII secolo. Altre opere: Via Crucis (1985) dipinta su vetro, donata dalla pittrice russa Ruttar Mariska



Chiesa della Madonna del Carmine
Tra il 1758 e il 1761 la chiesa venne ricostruita su disegno di Mario Gioffredo; i lavori interessarono anche il contiguo collegio. Nel 1762 l'interno dell'edificio fu decorato con stucchi ad opera di Michele Saccione di Napoli. La nuova chiesa neoclassica,con influenze vanvitelliane, presenta una pianta a croce greca con cinque cappelle.Sull'altare maggiore si conserva il dipinto di Crescenzo La Gamba con Presentazione di Maria Bambina all'Eterno Padre e sugli altari laterali a destra San Benedetto nella grotta, di Nicola Tiberi, e a sinistra la Madonna del Carmine con san Nicola e sant'Andrea di Giulio de Litiis. Nelle cappelle minori, di destra e di sinistra, sono ospitati rispettivamente l'Estasi di santa Teresa d'Avila e il Crocifisso con santi, del napoletano Fedele Fischetti.Accanto alla facciata si trova un piccolo campanile barocco di sezione trapezoidale.


Chiesa della Madonna dell'Addolorata

Sul fronte di stile neoclassico sono visibili lo stemma in pietra di Cesare Michelangelo d'Avalos, il finestrone con vetri policromi raffigurante S. Francesco da Paola e, in alto, la Charitas, il simbolo solare dei Minimi.L'interno, illuminato anche dalla vetrata dell'abside che rappresenta la Madonna dell'Addolorata, è un piccolo museo che conserva opere coeve al primitivo tempio, importanti acquisizioni settecentesche legate alla munificenza avalosiana o alle proprietà della nobile Confraternita.Nella navata sinistra spicca l'altare di San Francesco da Paola, opera di pregio realizzata con pietre' dure intarsiate. All'interno della cornice è il seicentesco dipinto dedicato al Santo, la cui figura, illuminata dal sole della Charitas, è attorniata da dieci riquadri che ne narrano momenti della vita e miracoli. Singolare il pannello in cui il Santo attraversa lo stretto di Messina veicolato dal suo mantello. Classiche le raffigurazioni in cui S. Francesco da Paola, diventa protagonista imitando il Divino Maestro: richiama in vita un uomo morto, dona la vista ad una fanciulla nata cieca e, infine, con la saliva forma gli occhi e la bocca ad un bambino deforme dalla nascita. Sulla parete sinistra sono tre dipinti di scuola napoletana del XVII sec.: la Madonna del Velo, San Carlo Borromeo e la Crocifissione. La cappella in fondo alla navata contiene un piccolo gioiello: la lignea Pietà settecentesca, opera dello scultore napoletano Giacomo Colombo, attrice principale della toccante processione del Venerdì Santo, a cui si è rivolta con fervida fede la devozione popolare negli ultimi due secoli, tanto da denominare la chiesa con l'appellativo dell'Addolorata. Le nicchie laterali della cappella sono impreziosite da due sculture in pietra di epoca rinascimentale che rappresentano la Madonna con Bambino, e San Giovanni Battista.Nella navata di destra Gesù in preghiera nell'orto degli ulivi, Santa Lucia (1718) dell'artista vastese Giovanni Battista De Litiis (1693 - 1780) e l'altare col dipinto Madonna del Purgatorio. La parte terminale della navata è dedicata a San Rocco, anche in ricordo dell'originaria intitolazione di una delle due chiesette, e presenta una statua lignea del taumaturgo e un dipinto del napoletano Filippo Andreola. Nel paliotto dell'altare si trova il dipinto "L'ultima cena" (1980) opera del vastese Ennio Minerva (vivente).Nella parete di fondo dietro l'altare del presbiterio, dove fu tumulato in un punto imprecisato Cesare Michelangelo d'Avalos, si scorge l'affresco Madonna della Purità, staccato nel 1611 dalla demolita chiesetta di Santa Maria dei Guarlati, poco leggibile a causa di restauri approssimativi


Portale di San Pietro
San Pietro, nel centro storico, di cui rimangono solo i resti (parte inferiore della facciata), a seguito della frana del 1956, si trova nella piazzetta omonima che prima della frana, si collegava alla strada che dava verso il mare, comunemente chiamata «Via delle Lame», dizione non tanto originata da gesta guerresche quanto da un prestito longobardo significante «piscina».Questa chiesa era la più cara ai vastesi. Dell'antichissima facciata rimane solo la parte inferiore, entro cui è incastonato il bel portale romanico di poco posteriore a quello della Cattedrale (1200 circa), ben rifinito negli intagli delle strombature; nella lunetta si ammira un bell'esempio di Cristo Infante, e, al di sotto della minuscola scultura, un espressivo e delicato bassorilievo raffigurante la Deposizione di Gesù avente una corona regale e non quella consueta di spine, esempio rarissimo.L'interno della chiesa, originariamente, era anch'esso romanico; più tardi fu malamente restaurato, sicché le primitive colonne ottagonali furono ricoperte da gabbie di stucco che ne sminuivano la semplice e nuda bellezza. Una lapide ivi rinvenuta lascia chiaramente intuire come l'edificio romanico sia sorto sui resti di un tempio dedicato in precedenza a Cerere.



Altre foto delle chiese sopra menzionate


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